Il Carcavone ed i Conetti vulcanici
Il Vesuvio.
Il sentiero parte dal Piazzale di quota 1000 sito nel
comune di Ercolano.
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Il
Monte Somma.
Il sentiero, nel suo tratto iniziale, presenta una serie di curve panoramiche che conducono al fiume di lava del 1944 che appare con il caratteristico colore grigio-argentato per la presenza dello Stereocaulon vesuvianum. Dopo aver superato un tornante a sinistra ci si addentra in un bosco misto mesofilo. Salendo si giunge un bivio: a destra si prosegue per la Punta Nasone, mentre il tracciato di sinistra conduce ad una vasca di raccolta delle acque piovane dove è posta la meta ravvicinata. Il sentiero che si intraprende a destra per raggiungere Punta Nasone presenta una discreta pendenza e un alternarsi di tratti chiusi e ombreggiati a tratti aperti che attraversano ginestreti. Si ascendono in successione i Cognoli di Trocchia e di Sant’Anastasia dai quali si possono ammirare da un lato il Golfo di Napoli e la Piana Campana e dall’altro la Riserva Tirone Alto Vesuvio, il Gran Cono, i Cognoli di Ottaviano e Colle Umberto con ai piedi la Valle del Gigante. Su un punto panoramico è posta la meta intermedia. Riprendendo il percorso si giunge a Punta Nasone da dove si domina tutto il complesso vulcanico. Il cammino prosegue con una forte discesa. Questo tratto è utilizzato dai fedeli per raggiungere, partendo dalla Chiesa della Madonna delle Grazie a Santa Maria a Castello, la cappella votiva e la grande croce in ferro battuto qui situate. Al termine della discesa il sentiero supera quattro valloni. Guardando verso l’alto si notano splendidi esemplari di castagno centenari abbarbicati su speroni rocciosi lavici. Proseguendo si giunge ad un ponte in legno oltrepassato il quale si osserva il sambuco nero. Si prosegue verso l’ingresso dove è posta la meta d’itinerario. In quest’ultimo tratto, a quota 700 m s.l.m., si possono osservare le opere di ingegneria naturalistica realizzate dall’Ente Parco tra il 1998 e il 2002.
Il fiume di
lava.
Il percorso si presenta molto agevole, ma è opportuno
procedere in fila indiana. Il sentiero alterna tratti in discesa a
tratti pianeggianti.
Nel suo primo tratto il sentiero è in debole salita e attraversa terreni coltivati. Salendo l’attenzione è calamitata dall’osservazione della colata lavica del 1872 e dal fiume di lava del 1944 che è qui nel suo tratto terminale ed assume il caratteristico aspetto di prateria grigia per la colonizzazione dello Stereocaulon vesuvianum. Si può ammirare inoltre il Monte Somma con i Cognoli di Giacca e di Trocchia. Superata una sbarra, il percorso si presenta ombreggiato e procede leggermente in salita con una serie di curve. Esso assume poi l’aspetto di una gola profonda dove la pendenza diviene più forte. Tutto il sentiero è intervallato da essenze tipiche del bosco misto e da elementi della macchia a ginestra. Dopo qualche centinaio di metri dalla sbarra è posta la meta ravvicinata. Qui è possibile individuare l’antico percorso del trenino a cremagliera che conduceva dalla Stazione di Pugliano all’Eremo, Stazione Inferiore della funicolare. Salendo ancora si raggiunge un punto di sosta panoramico dove è posta la meta intermedia del sentiero. Il cammino in salita diviene assai ripido e raggiunge uno slargo immediatamente sottostante la Strada Provinciale che da Ercolano sale al Vesuvio dove si nota la presenza di un pozzo per la raccolta dell’acqua piovana di età borbonica. La vegetazione è caratterizzata da un bosco misto in cui è presente il sambuco e da un sottobosco con il pungitopo. Si riprende il cammino per il ritorno. Il tratto si presenta inizialmente largo e accompagnato da curve, diviene poi sempre più stretto, ma suggestivo perchè si procede in una forra occupata da blocchi lavici di notevoli dimensioni. Si imbocca il percorso dell’andata e si prosegue in senso inverso sino all’ingresso dove è posta la meta d’itinerario.
Il Carcavone ed i conetti vulcanici. Per raggiungere questo sito bisogna portarsi nel Comune di Pollena Trocchia, in località Carcavone. Questa località si trova lungo un sentiero del Parco Nazionale del Vesuvio, denominato appunto “il Carcavone” che segue un alveo naturale. Il Carcavone è una cava molto interessante per i vulcanologi, nonché un sito naturale estremamente affascinante sia per la fiorente presenza della vegetazione vesuviana sia per la presenza di rapaci appartenenti alla fauna autoctona del Parco. Gran parte dei depositi che si vedono nella zona sono attribuiti all’eruzione del 472 d.C. I depositi di questa eruzione superano diverse decine di metri e sono ricchi di frammenti di roccia strappate dal condotto vulcanico. L’evento del 472 viene chiamato anche eruzione di Pollena, perché è qui, nel comune di Pollena Trocchia che ritroviamo grossi spessori di materiali eruttati. In questa zona del vulcano è stata ipotizzata anche un’attività eccentrica. Si riconoscono delle strutture che fanno pensare alla presenza di antiche bocche eruttive. Queste bocche eruttive eccentriche sarebbero state alimentate da un dicco di lava formatosi sulla parete calderica del Somma. Non si conosce l’età precisa di questa attività eccentrica che alcuni comunque fanno risalire ad un periodo antecedente il 79 d.C. I conetti del Carcavone sono disposti lungo il sentiero secondo un asse rettilineo nella classica disposizione a bottoniera, nel visitarli il turista avrà la sensazione di trovarsi all’interno di una piccola bocca vulcanica. (*)
Le sorgenti dell’Olivella.
Sono poste a 330 m., s.l.m., tra il Vallone del
Piano ed il Vallone del Sacramento, sul Monte Somma, nel Parco
Nazionale del Vesuvio. Queste Sorgenti dell’Olivella rappresentano
un’esclusività sull’area vulcanica del Vesuvio e del Monte Somma,
infatti, solitamente, a causa della natura estremamente permeabile
delle rocce vulcaniche, le precipitazioni raggiungono direttamente
le falde senza dare origine a fonti. Gli ingressi alle due Sorgenti
dell’ Olivella ( inferiore e superiore ) sono costituiti da archi in
pietra vulcanica e calcarea, costruiti il secolo scorso sotto
Ferdinando II di Borbone, il quale fece convogliare le acque di
queste Sorgenti in condutture che giungevano nella Reggia di
Portici. Nel passato e fino a qualche tempo fa, le Sorgenti erano
usate soprattutto dai contadini che qui facevano sosta per
dissetarsi e abbeverare il bestiame. Da sempre gli studiosi sono
stati attratti dalla bellezza, dalla salubrità e dall’ importanza
scientifica di questi posti. In questa zona è possibile assistere
alla fioritura delle rare orchidee Ophtys Sphegodes ed Elleborina ed
osservare la presenza di Falchi Pellegrini e Poiane. (*)
Lunghezza complessiva: 2500 m
Rappresenta
una delle più suggestive passeggiate del complesso vulcanico
Somma-Vesuvio
perché è poco battuta e perché qui si vive l’imponenza
del vulcano osservando dal basso il Monte Somma e il Vesuvio.
Lunghezza complessiva: 9972 m Quota massima: 965 m slm Difficoltà: alta
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 2,45’’ a/r Meta intermedia: ore 4 a/r Meta d’itinerario: ore 9 a/r torna su ↑
Il sentiero nel primo tratto si sviluppa in una pineta, in forte pendenza con tornanti che attraversano il Vallone Tagliente, su una strada asfaltata per i primi 600 metri dopo i quali il percorso diviene sterrato. Raggiunto il Largo dedicato al finanziere Angelo Prisco, assassinato dai bracconieri nel 1995, si è alla meta ravvicinata. Seguendo la direzione di destra ci si inoltra in un bosco misto e si giunge a uno sbarramento, superato il quale, si continua a sinistra su un sentiero in debole salita. Salendo poi si procede per un tratto tra una pineta impiantata di pino marittimo e d’aleppo a cui si aggiungono successivamente esemplari di ontano napoletano e carpino nero. Il sentiero poi si apre attraversando una vegetazione di macchia a ginestra e diviene interessante per la presenza di muri a secco. Guardando in basso si aprono scorci panoramici sulla Piana Campana e le estreme propaggini dell’Appennino.Si arriva, quindi, alla meta intermedia: dal piazzale di affaccio si ammira il Vesuvio con il Colle Umberto, i Cognoli di Ottaviano e la Punta del Nasone e ai piedi il Canalone dell’Arena e la Valle dell’Inferno. Salendo verso i Cognoli, superata la cresta, si prosegue lungo le creste sino ai Cognoli di Levante. Il percorso prosegue con una serie di saliscendi che conducono ad un grande slargo e poi al Largo Prisco dal quale si prosegue sul tracciato dell’andata dove è posta la meta d’itinerario.
Lunghezza complessiva: 8134 m Quota massima: 1112 m slm Difficoltà: alta
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 2,30’’ a/r Meta intermedia: ore 4,30 a/r Meta d’itinerario: ore 8 a/r
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© copyrigth 2006 Somma Vesuvio Grand Tour
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